martedì 27 ottobre 2009

Giovani e politica

Giovani, famiglie, anziani per il miglior quotidiano possibile, non aspettano che piova dall'alto.

Si tratta di prendere in seria considerazione che per una migliore esistenza quotidiana di ciascuno occorre occupare ogni possibile carica elettiva e
dipendente da nomine politiche. A queste cariche serve impiegare i giovani offrendo loro un'esperienza unica, nella migliore stagione della vita.
Acquisiranno lecite aspirazioni per il loro futuro e non mirando alla carriera politica, appena possibile lascieranno la posizione ai più giovani, perché
l'esperienza deve essere intesa anche servizio civico, usufruibile a quanti più si rendono disponibili. Beninteso retribuiti al pari di qualunque incarico
pubblico oggi ricoperto.

Queste cariche retribuite sono di questo o quel politico del tal partito e non solo, ne esistono di quelle che risalgono a prima della stagione attuale, o
sono di altri ancora e, tutti, hanno fatto il loro tempo e meritano di essere democraticamente lasciati a casa. Nessuno escluso, perché un'esperienza
amministrativa pubblica di provenienza elettiva non deve durare nel tempo, per tante opportune considerazioni, non escluse le clientele che ci sono di tante sorte diverse. E non esclusi i comportamenti da indispensabili e di depositari di conoscenze, o vocati ad un ruolo. Quelli che avranno meglio meritato si occuperanno comunque nelle attività di tutti e, se si presenterà l'esigenza, saranno riconsiderati per nuovi incarichi pubblici, più prestigiosi e remunerativi. Ma che non si realizzi mai la continuità o la specializzazione nell'impegno pubblico, tipo Casini, D'Alema, Fini e una lunga fila di soliti.
Occorre meritare un giudizio di eccellenza anche nel consueto impegno privato.
Per reincarichi occorre dimostrare duplice capacità, quella di occuparsi delle propria attività e contemporaneamente quella di impegnarsi, necessariammente nel breve periodo, in funzioni pubbliche. Un eccellente dare ulteriore per ricavare di più per se stessi e per il Paese. Concepire quindi l'ulteriore incarico pubblico anche come opportunità per riprendere l'occupazione privata da una posizione di maggiore vantaggio. Quell'occupazione personale che probabilmente caratterizza in esclusiva la stagione di mezzo, tra i 40 e i 70 anni.
Il rinnovamento deve riguardare anche l'occupazione nelle rappresentanze sindacali e, in generale, ovunque oggi si tende ad essere in carica da sempre. Nelle cariche si deve dare e dare con molto impegno e non si può pensare che l'impegno richiesto dal dare abbia una lunga durata. Esso verrebbe meno agli impegni e non costituirebbe neppure un'utile esperienza personale. Occorre il costante rinnovo e, se la vocazione fosse di qualità occorre una lunga pausa e un'icarico superiore, neppure esso di lunga durata.
Impegni e prestazioni da vigorie giovani. Si obietterà che nel giovane può mancare l'esperienza e in parte ciò avrà il suo peso perchè i primi rincalzi
costituiti da giovani troveranno i danni ereditati dai predecessori e provocati dagli apparati che faranno resistenza. Vero al punto da auspicare che queste realtà si archiviano il più celermente possibile nelle consuetudine dell'ieri. Un buon amministratore innanzi tutto organizza la propria attività come se il suo impegno possa cessare oggi ed essere continuato domani da un successore, senza che l'organizzazione subisca conseguenze dal cambio. Ritengo questa un'ottima regola di buona amministrazione, per cui il giovane deve potersi inserire in ogni incarico e trovare, con il normale impegno, un'organizzazione già funzionante, da apprendere e, possibilmente migliorare. Quindi non sono i giovani impediti dalla mancanza di esperienza, caso mai sono i predecessori che non
hanno operato al meglio dell'investimento che sarebbe stato loro cura sviluppare. Occorre comunque incaricare i giovani perché apportino l'energia della loro stagione.

continua

sabato 24 ottobre 2009

Dalla piazza


Domande da Piazza della Vittoria di Treviso.
A chi indirizzarle? A molti! Via posta certificata.

Sperando di attirare l'attenzione di chi per attività produce finanziamenti o assicura rischi, perché un'amministrazione male gestita, privata o pubblica, o messe insieme, non dovrebbe meritare nulla, anzi! Quale Istituto di credito o Compagnia assicurativa, finanzierà e assicurerà la realizzazione di questo parcheggio interrato in Piazza della Vittoria a Treviso? Con ricorso a un project financing, con quali prospettive di rientro per l'operazione di finanziamento a lungo termine, se saranno considerati i rischi ambientali propri del luogo? Finanzieranno e assicureranno un
cassone di cemento armato di grandi dimensioni da realizzare e ancorare sopra una falda acquifera e tra i fabbricati esistenti sui quattro lati?
Far di conto: e perché, secondo le certezze di Gentilini, il Park Vittoria dovrebbe risultare un interrato di esito diverso da quello dell'ex frigorifero? E quandanche il terzo piano interrato risultasse asciutto e quindi praticabile, verrà occupato dai 40 posti da concedere in concessione per 90 anni, o questi saranno riservati al primo piano interrato, riducendo in ogni caso di 40 i posti auto usufruibili dal pubblico?
Treviso può ritornare ad attrarre persone acquirenti grazie alla metropolitana di superficie e comunque grazie ad un'offerta di città pedonalizzata e valorizzata proprio dal rivivere a misura d'uomo, soddisfando il ritrovare merci e servizi, il ristoro sano ed economico, magari tradizionale, senza traffico privato, Ombralonga, chiassi di manifestazioni d'ogni genere, soste serali e notturne per avvinazzati e drogati, tutte forzature per questa realtà ricca di scorci, di silenzi, di gioia di vivere e godere e di paci notturne per riposare.

sabato 3 ottobre 2009

9 x 9 = 33

A forza di trovarmi a girare attorno ai problemi che corro il rischio di patire, o che già patisco per invasione da traffico automobilistico, persecuzione da rumore, eccetera, a questo punto questo sito internet diventa uno strumento per il coordinamento delle idee volte a rivendicare la supremazia del cittadino sulle istituzioni che il cittadino ha voluto concedersi per ottenere la prestazione di servizi.
E ritornando all'inizio di questa pagina, il mio cammino verso l'Europa, diventa ancora una volta una conquista che spetta al singolo cittadino, cioè che spetta a me stesso.